Présentation de l'éditeur
La storia dell’Università di Bologna tra gli ultimi decenni del Duecento e il Trecento – se si escludono ricerche pregevoli, ma settoriali – non è stata studiata come pur meriterebbe, per responsabilità, principalmente, di Friederich Karl von Savigny, che nella sua «Geschichte des Römischen Rechts im Mittelalter» a metà Ottocento bollò quell’età come un periodo di decadenza rispetto all’altra che, da Irnerio ad Accursio, l’aveva preceduta. In realtà, la scuola dei postaccursiani e poi dei commentatori sviluppò un pensiero di alto profilo che, nel confronto con le scuole contemporanee dei logici, dei medici e filosofi bolognesi, si segnala per un’approfondita riflessione sul metodo esegetico che, sotto alcuni aspetti, già annuncia la rivoluzione scientifica del mondo moderno.
Andrea Padovani è stato professore ordinario di Storia del diritto medievale e moderno all’Università di Parma passando, nel 1988, alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna dove ha insegnato anche Teoria dell’argomentazione forense. Autore di numerosi saggi sulla storia delle Università e dei loro maestri, ha condotto specifiche ricerche sui rapporti tra scienza giuridica, filosofia e teologia medievali. Dal 2017 insegna Storia del diritto canonico alla Facoltà di diritto canonico San Pio X di Venezia.
Sommaire
- I. Uno sguardo all’indietro
- 1. Quel giorno senza data
- 2. L’ascesa ai vertici della fama
- 3. Sapere e potere
- 4. Studenti e professori. Un quadro animato
- 5. Sbirciando nelle antiche aule
- 6. Una memoria prodigiosa
- 7. Sulla vetta
- II. Gli ultimi decenni del secolo XIII
- 1. Finisce una storia, ne inizia un’altra e drammatica
- 2. Stentati tentativi di ripresa. L’ascesa degli artistae
- III. Il primo Trecento
- 1. Dino del Mugello, il giovane Cino da Pistoia e Giovanni d’Andrea
- 2. Alla riscoperta di un giurista dimenticato: Bartoluccio de’ Preti
- 3. Morte di un giovane amante. Ira ed esodo degli studenti bolognesi
- 4. Bologna nei malinconici ricordi del sessantenne Francesco Petrarca
- 5. La laurea di Bartolo da Sassoferrato (1334)
- IV. La seconda metà del Trecento
- 1. L’annus horribilis. Il 1348
- 2. Il secolo troncato che sopravvisse a se stesso
- 3. La speranza di un recupero possibile, in un mondo profondamente cambiato
- 4. Obiettivi e destinatari della polemica petrarchesca
- V. I civilisti
- 1. Con la glossa, oltre la glossa. Le additiones
- 2. Lecturae per viam additionum e per viam quaestionum
- 3. Quaestiones, oppositiones e notabilia. Il trionfo della dialettica in Iacopo Belvisi e in Iacopo Buttrigari
- 4. Oppositiones e quaestiones, distinte seppur simili. Sulla scia dei sophismata
- 5. La funzione ermeneutica di quaestiones e oppositiones/contraria
- 6. Dalle vecchie summae alle nuove lecturae. La svolta di Odofredo
- 7. Vecchio materiale per nuove costruzioni
- 8. Il ruolo dei notabilia nell’argomentazione dialettica. Fortuna dei modi arguendi in iure
- 9. Alla ricerca delle origini di una svolta metodologica fondamentale. La logica modernorum dalla Francia a Bologna. Pietro Abelardo e Adamo Parvipontano
- 10. Tracce di convergenze dottrinali tra Abelardo e Irnerio. Un caso ulteriore: il giudice testimone
- 11. Studenti di formazione intellettuale parigina a Bologna: Guglielmo di Tiro, Eraclio, Alberico del Monte, Stefano di Tournai
- 12. L’approccio terminista al commento delle leggi giustinianee. Divisio textus e summarium
- 13. Dottrine al vaglio della critica. La discussione sulla validità dell’argumentum a contrario sensu nella ricostruzione di Cino da Pistoia. Gli interpreti più antichi
- 14. Un anonimo, presunto allievo di Cino sulle regole dell’inferenza. Martino Sillimani: argomentare dalla distruzione del conseguente
- 15. Le consequentiae nella logica terminista
- 16. Le consequentiae in una celebre, complessa glossa di Irnerio e in alcuni giuristi posteriori
- 17. Valorizzazione delle maximae nell’argomentazione dei giuristi, da Iacopo Belvisi a Ranieri Arsendi
- 18. Spunti logico-grammaticali in alcuni passi di Iacopo d’Arena e Iacopo Buttrigari
- 19. L’ingresso della dottrina delle fallaciae nella dottrina giuridica. Da Azzone a Guglielmo Durante
- 20. Progressivo approfondimento della dottrina delle fallaciae, tra giuristi, a metà Duecento. Accursio lettore di Pietro Ispano?
- 21. Riflessi di terminologia grammaticale negli scritti dei giuristi da Odofredo a Riccardo da Saliceto, a Bartolo da Sassoferrato. Nomina appellativa, definita, distributiva, collectiva, indefinita
- 22. Probabili risonanze di dottrine modiste in Riccardo da Saliceto
- 23. Disinteresse di Cino da Pistoia per la logica e per i nuovi indirizzi della grammatica
- 24. Cino da Pistoia coinvolto nella polemica tra artistae e giuristi intorno all’eccellenza dei rispettivi saperi
- 25. Limiti della replica di Cino
- 26. La disputa delle arti. La giurisprudenza è davvero scienza?
- 27. Che dire, poi, della scientificità della teologia? Un quesito aperto
- 28. Bartolo e Giovanni da Legnano paladini della scientificità della giurisprudenza. Taddeo Alderotti su scientia speculativa et practica
- 29. Crisi della metafisica e affermazione del sapere probabile. La via intrapresa dai giuristi moderniores
- VI. I canonisti
- 1. Le Quaestiones Mercuriales di Giovanni d’Andrea. Metodo e struttura
- 2. Prima e dopo Giovanni d’Andrea
- VII. Per concludere
- 1. Due scuole a confronto
- 1. Due scuole a confronto
- 2. Ancora sui civilisti postaccursiani. Vecchi e recenti pregiudizi storiografici. L’accusa di «praticismo»
- 3. Sul presunto abuso della dialettica, ritenuta mero artificio espositivo e tecnica sostanzialmente improduttiva. Contra: il ruolo del metodo nella conoscenza
- 4. Le critiche di Alberico da Rosciate ai moderniores
- 5. Obiettivi e destinatari della polemica albericiana
- 6. L’ombra di Petrarca