Présentation de l'éditeur
La pattuglia di guardie che alla luce di una lanterna controlla di notte le strade delle città è un’immagine frequente nella novellistica del tardo Medioevo ed è stata resa mainstream da innumerevoli romanzi, film e fumetti. Essa, però, ha una data di nascita ben precisa: fu infatti tra la fine del Duecento e i primi decenni del Trecento che nei principali centri urbani italiani e europei si decise di creare vere e proprie forze di “polizia” alle dipendenze delle autorità pubbliche, che affiancassero il tradizionale sistema detto dell’Accorruomo, in base al quale erano gli abitanti delle contrade e delle parrocchie a dover intervenire in caso di violenze e di furti per cercare di catturare i colpevoli e assicurarli alla giustizia.
Questo libro indaga il primo costituirsi di queste forze nell’Italia comunale, sia nei rapporti, spesso conflittuali, con le organizzazioni preesistenti, sia in quelli con i nuovi poteri – popolari o signorili – che intendevano imporre alle collettività una nuova e più stringente nozione di “ordine”.
Paolo Grillo insegna Storia medievale presso l’Università di Milano. Studia la società urbana nell’Italia dei secoli XII-XIV. Fra le sue pubblicazioni più recenti: Milano guelfa (1302-1310) (Viella, 2013), L’aquila e il giglio. 1266: la battaglia di Benevento (Salerno editrice, 2015) e Nascita di una cattedrale. 1386-1418: le origini del Duomo di Milano (Mondadori, 2017).
Sommaire
1. L’“ordine pubblico” nelle città comunali italiane (secc. XII-inizi XIV): problemi storici e storiografici
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1. Nel silenzio delle fonti?
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2. L’ordine pubblico nel XII secolo: iniziativa collettiva e pluralità di giurisdizioni
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3. Un’ideologia dell’ordine pubblico
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4. Nuovi ideali, nuove esigenze
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5. La centralizzazione dell’ordine pubblico
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6. «Ecce familia potestatis!». Pattugliamento e prevenzione
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7. Conclusioni
2. I comuni cittadini e il controllo delle vie di comunicazione a cavallo fra Due e Trecento
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1. Il controllo del territorio rurale: la delega alle comunità
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2. La sicurezza in luoghi precisi: la creazione di punti forti e di nuovi insediamenti
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3. L’intervento diretto dei governi cittadini: pattuglie e ispezioni
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4. Conclusioni
3. Associazioni di mestiere e compiti di “polizia” nei comuni italiani (fine XIII secolo-inizi XIV)
4. Eserciti cittadini e repressione del fuoriuscitismo politico nell’Italia comunale: il caso di Milano (1259-1302)
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1. Il problema storiografico
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2. Il quadro storico
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3. I caratteri della guerra civile
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4. La diffusione del mercenariato
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5. Conclusioni
5. Strade, pascoli e castelli. Il controllo del territorio da parte del comune rurale di Chiavenna alla fine del Duecento
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1. L’esercito: agli ordini del comune urbano
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2. Il controllo dei pascoli e delle vie di comunicazione
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3. L’intervento collettivo
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4. Conclusioni
6. Interessi economici e rivendicazioni giurisdizionali: la lotta al contrabbando negli ordinamenti daziari comaschi del 1340
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1. Il primo apparato di controllo duecentesco
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2. Interesse pubblico e interesse privato nel controllo del contrabbando nel Trecento
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3. Il Pedaggio grande e la giurisdizione cittadina
7. Un nuovo principe, una nuova disciplina: l’ordine pubblico nel Piemonte di Filippo d’Acaia (1300-1334)
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1. Fra ambizioni principesche e tradizioni comunali
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2. La repressione del dissenso
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3. La “svolta” del 1320: i castelli
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4. Il controllo della conflittualità interna: le risse
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5. Conclusioni
8. Ordine e disordine signorile. Conflitti per il controllo del contado di Bergamo alla fine del Trecento
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1. Bergamo nel Trecento: un contado diviso
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2. Parzialità e repressione: gli anni di Bernabò Visconti (1354-1385)
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3. Il tentativo pacificatore di Gian Galeazzo Visconti (1385-1402)
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4. Conclusioni
Conclusioni
Indice dei nomi