Présentation
"Con la definizione di socialismo giuridico si intende inquadrare una dottrina giuridica dalla forte connotazione politica affermatasi, soprattutto in Italia e in Francia, tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Tale scuola nacque grazie all’ispirazione delle teorie di Anton Menger sulla possibilità di instaurare un sistema giuridico socialista in modo incruento e senza abbattere il regime preesistente. Questo sarebbe stato possibile grazie agli strumenti forniti dal diritto esistente: una graduale modifica della legislazione che tenesse conto delle istanze delle classi lavoratrici e meno abbienti e una giurisprudenza che, sulla scorta delle recenti teorie sul ruolo dell’interprete, applicasse il diritto adattandolo al nuovo contesto economico e sociale.
Fin dalle sue prime mosse la nuova dottrina fu contrastata sia dai liberali che da alcuni dei più importanti esponenti del marxismo, tanto che la sua stessa controversa definizione fu coniata dai detrattori, i quali non mancarono di metterne in luce sia la presunta debolezza giuridica che l’incerta collocazione politica.
Nonostante la Francia possa vantare un’antica tradizione di pensatori che, da Henri de Saint-Simon a Pierre-Joseph Proudhon fi no a Louis-Auguste Blanqui, hanno di certo contribuito a gettare le basi dell’elaborazione del socialismo, qui questa dottrina politica si aff erma in maniera più lenta e contrastata che altrove, tanto più in una sua accezione giuridica.
Con il presente lavoro, dunque, si vuole inquadrare la categoria del socialismo giuridico francese, descrivendone le origini e le influenze ricevute non solo dalle dottrine nazionali, ma anche da quelle italiana e tedesca, e riscostruire, attraverso l’esame delle loro opere principali, l’apporto donato alla sua evoluzione dai suoi esponenti più noti: il germanista Charles Andler, il pubblicista André Mater e il civilista Emmanuel Lévy." (Avant-propos)